
Finblok, storia di un brevetto che è diventato marchio di fabbrica. L’azienda sedicense venne fondata nel 1964 da Giovanni Varotto. In origine non si chiamava così. Produceva mobili e serramenti. Col tempo si specializzò su questi ultimi, fino a depositare un brevetto, Finblok appunto, che dagli anni Settanta in poi cambiò la storia di questa realtà. “Si trattava della finestra in un unico blocco – raccontano Emanuele Varotto e Paola Tonet – dalla quale trae appunto il suo nome la ditta. Era una vera e propria novità per l’epoca: una finestra che comprendeva tutto, tapparelle e quant’altro, con vetro monocamera di serie e due guarnizioni. Qualcosa del genere non lo faceva nessun altro, in quegli anni. Venne brevettata e da lì nacque Finblok”.
Da allora la produzione di serramenti si è fatta sempre più diversificata. Non solo finestre, ma anche porte interne, portoni, scuri, e poi complementi d’arredo.
“Addirittura, dalla metà degli anni Settanta fino a tutti gli anni Ottanta eravamo un grosso produttore di perline che venivano poi vendute soprattutto in centro Italia. Poi, naturalmente, la domanda è cambiata, questo genere di prodotto non interessava più e ci siamo dunque riconvertiti abbandonando la produzione di perline”.
I materiali sono cambiati anche nella realizzazione di serramenti.
“Una volta, fino a sette o otto anni fa, il materiale principale era certamente il legno. Poi è arrivato il Pvc e ci siamo dovuti evolvere anche in questa direzione, senza mai abbandonare, naturalmente, il legno. Abbiamo introdotto un nuovo sistema di serramenti in legno-alluminio progettato da Emanuele. Lo abbiamo chiamato Anniversary, per celebrare i cinquant’anni dalla fondazione dell’azienda”.
Negli ultimi vent’anni il modo di lavorare si è completamente trasformato…
“La crisi del 2008 si è sentita, tant’è vero che molte aziende non ci sono più. Noi, per fortuna, siamo una famiglia e tutti quanti abbiamo deciso di stringere i denti. Grazie alla fiducia dei nostri operai, alcuni dei quali sono con noi da quarant’anni, siamo riusciti ad andare avanti. Ma, certo, tutto è cambiato. Vent’anni fa lavoravi molto con le imprese. Ora molto di più con i privati. Sono richiesti molti più dettagli, molta più personalizzazione. Ecco, non ci definirei artigiani, perché non sarebbe il termine più corretto. Però certamente siamo dei personalizzatori”.
Quali le maggiori difficoltà?
“Non è facile far comprendere il valore aggiunto del nostro lavoro. Dietro ad un determinato prezzo c’è molto: esperienza, competenze, formazione. Per alcuni siamo una vera e propria scuola del mestiere. Anzi, talora è difficile trovare maestranze e giovani che vogliano venire ad imparare questo mestiere. Ci vuole tempo anche per farli crescere: è un investimento. Certo, ci sono le macchine. Ma non bastano. Sta all’operatore scegliere il pezzo, come tagliarlo, come metterlo dentro la macchina. Ci vogliono anni per comprendere a fondo la venatura del legno. Le richieste dei clienti sono sempre più specifiche ed è sempre più impegnativo riuscire a soddisfarle. Non è più un lavoro standardizzato. Oltretutto noi offriamo uno studio di progettazione ed una gamma di personalizzazioni molto più ampia di altre realtà. Consulenza e progettazione gratuite rappresentano un rischio, ma è un rischio che dobbiamo correre”.
Tra i lavori di maggior prestigio eseguiti da Finblok vi sono quelli al teatro Galli di Rimini, alla casa della salute di Bologna e a palazzo Callori, in comune di Vignale Monferrato.
“La nostra è un’azienda che non si è mai fermata, con un’esperienza pluridecennale ma sempre alla ricerca di nuovi prodotti e nuove soluzioni. Ci contraddistingue la qualità dei materiali utilizzati. Un prodotto misura la sua qualità nel tempo. Rispetto al passato siamo più puntuali nelle consegne e diamo un servizio ancor più completo ai clienti, sia prima che dopo la vendita. Andare all’estero? Per prodotti come i nostri è difficile. Servirebbero partner istruiti e preparati. Al momento è abbastanza utopistico”.
Quanto al futuro?
“Nei prossimi due anni assisteremo ad una trasformazione epocale nel mercato dei serramenti. E due saranno i passaggi fondamentali: si andrà verso prodotti sostenibili e verso prodotti sempre più performanti, con costi di sostenimento della casa vicini allo zero. E speriamo che in questa fase cruciale molte scelte vengano fatte anche col gusto di saper riconoscere la qualità e il valore del lavoro”.




Finblok
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